95) La verità nascosta nell'immagine tridimensionale della Sacra Sindone.


 

        Come è noto, alcuni ricercatori avevano già da tempo scoperto che l’immagine impressa sulla Sacra Sindone presentava una particolarissima qualità: quella della sua tridimensionalità.

        La suddetta scoperta particolarità consisteva nel fatto che ogni punto costituente l’immagine aveva una diversa intensità di colorazione che corrispondeva alla distanza intercorrente tra il telo sindonico ed il corpo ivi raffigurato, nel senso che l’intensità della colorazione aumentava con la riduzione della distanza tra il telo ed il corpo fino a raggiungere il valore massimo nei punti di aderenza (e, quindi, di assenza di distanza) tra il telo ed il corpo.

        Usufruendo di tale particolarità, dopo anni di paziente studio e minuziosa ricostruzione, sulla base delle diverse intensità di colorazione dei singoli punti costituenti l’immagine, è stato possibile produrre un calco e, quindi, una statua che corrispondesse, con indiscutibile attendibilità, al corpo raffigurato nell’immagine sindonica.

        Va premesso che tutti gli scienziati che hanno studiato la suddetta particolarità, pur non riuscendo a capire come un tale effetto si fosse verificato (nessuna fotografia tra le centinaia eseguite ha mai messo in evidenza un simile inspiegabile risultato), in presenza, comunque, di un fatto non contestabile non potevano fare altro che prendere atto della particolarità in questione astenendosi da ogni pur necessaria indagine sulle modalità della sua formazione che, tuttora, resta inspiegabile.

       Va, inoltre, aggiunto che, concordemente, tutti i suddetti scienziati hanno, comunque, ipotizzato che il telo sindonico sul quale venne poggiato nel sepolcro il corpo di Gesù fosse stato solo adagiato, nella parte frontale, sul suo corpo, in posizione abbastanza distesa: ciò contraddice, però, con quanto risulta dai Vangeli, secondo i quali, il lenzuolo sindonico “avvolse” il suo corpo che venne ricoperto dalle “fasce” che, di conseguenza, lo tenevano ben stretto con notevole presumibile aderenza al suo corpo, ivi comprese le sue parti laterali che, invece, risultano assenti nell’immagine impressa sul sacro telo.

       Una simile ricostruzione appare, però, davvero incongruente per le seguenti ulteriori argomentazioni, avendo presente sotto gli occhi, per una loro migliore comprensione, il profilo emergente dalla statua in lattice raffigurante, appunto, il risultato della suddetta ricostruzione, esposta, pochi mesi fa in una chiesa di Chioggia facilmente reperibile in internet.

        Come precedentemente esposto, il massimo della colorazione dell’immagine, come correttamente ipotizzato, si sarebbe realizzato nei punti di contatto tra telo ed il corpo: ipotizzando di individuare un tale punto nella fronte di Gesù, è il caso di osservare la distanza intercorrente tra tale punto e la base di appoggio del suo corpo. E’ di tutta evidenza che tale distanza, per quanto sopra detto, avrebbe dovuto essere necessariamente identica per tutti i punti di contatto del telo con il corpo di Gesù.

        Basta osservare gli altri punti di indiscutibile contatto tra telo e corpo di Gesù (punta del piede destro, ginocchio sinistro, mani, petto e naso) per rendersi immediatamente conto che la loro distanza dalla base di appoggio è, invece, macroscopicamente diversa di quella intercorrente tra la fronte di Gesù e la sua base di appoggio; tutto ciò in aperta ed evidente contraddizione con il supposto principio secondo cui la diversa intensità della colorazione dell’immagine costituisca la fonte per determinare la sua tridimensionalità. Ciò, infatti, non può corrispondere al vero se, come nel caso in esame, venga presa in considerazione la distanza tra il corpo e la sindone che segua l’andamento fortemente ondulatorio del profilo del corpo: è evidente che, in tal caso, detta distanza a nulla serve al fine di individuare la diversa distanza di ogni singolo punto dell’immagine rispetto alla base di appoggio, diversità di distanza che costituisce il necessario presupposto per far emergere il riscontrato effetto tridimensionale. In altri termini, la distanza intercorrente tra il corpo ed il telo che seguisse l’andamento ondulatorio del profilo del corpo di Gesù (come messo in evidenza dalla raffigurazione sottostante) per essere abbastanza aderente allo stesso, a nulla rileva al fine di determinare la diversità della distanza di ogni singolo punto dell’immagine rispetto alla base di appoggio.

     

       

 

 

 

        Il riscontrato effetto tridimensionale potrebbe, infatti, emergere solo se la distanza tra il corpo e la sindone fosse riferibile ad una sindone  sovrastante il corpo di Gesù e dallo stesso totalmente distaccata ed uniformemente stesa orizzontalmente: solo così, dalla distanza intercorrente tra ogni singolo punto dell’immagine rispetto al corpo, presupponendo, inoltre, un’espansione unidirezionale dell’immagine, potrebbe risalirsi alla distanza intercorrente tra tale punto e la base di appoggio del corpo, rilevazione necessaria per far emergere il suddetto effetto tridimensionale. E’ facile pervenire alla inevitabile conclusione che una simile ipotesi non sia meritevole di essere presa in considerazione perché assolutamente fantascientifica.

          Lo stesso ragionamento vale anche, se non soprattutto, per la parte posteriore dell’immagine, dato che, in tal caso, come concordemente rilevato, non sono presenti segni di afflosciamenti dei glutei, cosa che sta a dimostrare l’assenza di ogni contatto tra il corpo e la sindone.

          L’effetto tridimensionale potrebbe, pertanto,  sul piano strettamente scientifico, essersi realizzato sul telo sindonico solo ipotizzando che, al momento dell’impressione dell’immagine di Gesù, il suo corpo si fosse trovato in una surreale e, comunque, fantasiosa posizione di galleggiamento tra le due parti di detto telo sindonico.

         D’altra parte, la fantasiosa ipotesi sopra descritta risulterebbe, di fatto, comunque, irrealizzabile per l’impossibilità, come ampiamente dimostrato in altri precedenti miei articoli, con riferimento alla circostanza che, nella fattispecie, si tratta di un unico telo (testa contro testa) con l’assenza, pertanto, di quel necessario minimo distacco tra le sue due facce che consentisse il suddetto “galleggiamento” del corpo di Gesù.

         Quanto sopra fatto presente mi sembra più che sufficiente per insistere sull’impossibilità di pervenire ad una qualsiasi soluzione, sul piano  strettamente scientifico, dell’enigma della formazione dell’immagine impressa sulla Sacra Sindone:

ed è proprio nella circostanza di aver fatto emergere tale impossibilità che consiste, quindi, la “verità nascosta” nella riscontrata tridimensionalità dell’immagine sindonica.


96)Risorto o Scomparso ?

      

 

           Come è noto, l’ipotesi più accreditata, da parte del mondo scientifico, sull’enigma della formazione dell’immagine sulla Sacra Sindone, è quella secondo la quale detta immagine si sia formata a seguito di un forte lampo di luce prodottosi all’atto della Resurrezione di Gesù: tale ipotesi, sia pure ostacolata da innumerevoli incongruenze e contraddizioni, si fa sempre più strada ed, alla fine, rischia di risultare l’unica ritenuta possibile, tanto che alcuni noti sindonologi si sono spinti ad affermare, irresponsabilmente perché in mancanza di valide prove, che ormai appare certa la  correlazione (di causa ad effetto) tra il suddetto lampo e l’immagine sindonica.

          Va aggiunto, sul punto, che tutti gli scienziati che accettano tale ipotesi hanno, concordemente, affermato che, nelle loro indagini effettuate su basi esclusivamente scientifiche, hanno sempre escluso l’esame di ogni possibile interferenza con eventi sovrannaturali, d’altra parte esclusi anche dalla stessa Chiesa che, inspiegabilmente, non ha mai considerato l’ipotesi che detta immagine possa essere stata formata da un evento miracoloso e sovrannaturale.

            Devo ammettere che la suddetta precisazione, da parte degli scienziati che si sono occupati di tale enigma, mi ha sempre lasciato molto perplesso, rilevando, in essa, un’evidente contraddizione: come, infatti, illustri scienziati possono dichiararsi di non prendere in alcun modo in esame eventi miracolosi, quando le loro ricerche sono state sempre rivolte alla verifica se l’immagine fosse stata prodotta da un lampo, prodotto appunto da un evento miracoloso, come quello della Resurrezione di Gesù?

             L’attenta lettura di un articolo del Prof. Giuseppe Baldacchini, del 29 marzo del 2018, dal titolo “La Sindone ed un lampo di luce” mi ha, però, chiarito che mi sbagliavo nel pormi quella domanda, riflettendo su di un aspetto, chiaramente esposto in tale articolo che era sfuggito a me, come, devo presumere, anche a tanti illustri sindonologi ed alla stessa Chiesa cattolica.

           

           In tale articolo, il Prof. Baldacchini ha, infatti, chiarito che, per evitare l’esame di un “punto”, considerato addirittura “indesiderato”, costituito da un “fenomeno fantascientifico” come il miracolo della Resurrezione di Gesù, aveva proposto un’altra ipotesi (da tutti accettata) che “si basa sulle leggi della fisica che si conoscono oggi”, che (sono sue parole): “prevede l’Annichilazione di Materia e Antimateria (AMA), che è l’unico processo fisico a nostra conoscenza che permette alla materia di scomparire, e quindi al corpo Gesù Cristo di poter attraversare la Sindone senza lasciare tracce. L’ipotesi AMA prevede la sparizione del corpo tramite un processo di annichilazione con antimateria virtuale poiché l’antimateria come tale non esiste nel nostro universo, e questa virtualità evita che si produca un’esplosione nucleare di proporzioni apocalittiche. Ma alla fine l’evento sindonico è simile al Big Bang, solamente molto più piccolo, e come nel Big Bang venne creata la materia dell’Universo, miliardi di volte meno della energia iniziale equivalente, nella Resurrezione avvenne una esplosione di energia che ha generato un Lampo di Luce, che a sua volta ha impresso nella Sindone l’immagine che ancora oggi si può osservare”.

          Tutto (Resurrezione e formazione dell’immagine sindonica) sarebbe, pertanto, avvenuto nel pieno rispetto delle naturali leggi fisiche, al di fuori di ogni intervento “fantascientifico”.

           In altri termini, l’ipotesi come sopra suggerita dal mondo scientifico, che il lampo avrebbe prodotto l’immagine sindonica, si basa sul presupposto che la Resurrezione di Gesù venga intesa come semplice Sua sparizione, con tutte le davvero devastanti logiche conseguenze, come descritte da Mikos Starsis, in un suo articolo, dal titolo “Risorto o Scomparso ?”: la tesi sostenuta dall'ENEA (e condivisa da illustri sindonologi) secondo la quale l'immagine sindonica sarebbe stata prodotta per l'intervenuto  lampo verificatosi al momento della Resurrezione di Gesù, si basa, quindi, sull'inaccettabile presupposto, come testualmente affermato dal Prof. Baldacchini (massimo esponente dell'ENEA) , che  detta immagine si fosse impressa sul telo sindonico a seguito dei meccanismi relativi al processo di annichilazione  (secondo le naturali leggi della fisica) della massa corporea di Gesù. In altri termini, secondo l'ENEA, Gesù non sarebbe risorto ma solo "sparito" nel nulla, come risultato del suddetto processo di annichilazione della materia che avrebbe solo provocato “un'esplosione di luce, calore e suono”.

     

            Inoltre, a sostegno della sua tesi sull’ipotetico annichilazione del corpo di Gesù (che costituisce, per l’ENEA, l’indispensabile presupposto della formazione dell’immagine sindonica), il Prof. Baldacchini, sempre nell’articolo su citato, aggiunge quanto segue: “Questa ipotesi AMA non si limita a spiegare solamente le proprietà della Sindone che sono state descritte sopra, ma risolve anche l’annosa questione della datazione medievale, circa 1300, del Carbonio-14 diversa da quelle ottenute con altri metodi che riconducono a 2000 anni fa. Infatti l’ipotesi AMA si fonda su processi nucleari che possono aumentare la quantità di carbonio-14 sul telo di lino, ringiovanendo così il tessuto”.

              Ciò che davvero lascia perplessi è che, successivamente, il Prof. Baldacchini, evidentemente accorgendosi dell’insostenibilità dell’ affermazione contenuta nel suddetto articolo (sparizione del corpo di Gesù a seguito dell’avvenuta sua annichilazione), in un suo successivo articolo dell’8 maggio del 2022, dal titolo “Il Big Bang della Risurrezione – Mistero della luce”, riproponendo integralmente quanto precedentemente pubblicato, nella frase nella quale parlava della sparizione del corpo annichilito di Gesù avvolto nel lenzuolo, abbia aggiunto questa precisazione: “per poi ricomporsi fuori del lenzuolo”, senza alcuna doverosa spiegazione di tale, sempre ipotetico, stupefacente evento.  Quest’ultima precisazione appare, comunque, davvero fantascientifica e assolutamente incomprensibile: non si capisce, infatti, in virtù di quale ignota legge della fisica, un procedimento avviato e concluso naturalmente, “secondo le leggi della fisica che oggi conosciamo” (come quello dell’ipotetica avvenuta annichilazione del corpo cadaverico di Gesù, “avvolto nel lenzuolo”) si possa essere improvvisamente  annullato per, poi, “ricomporsi fuori del lenzuolo”, nella precedente situazione (cioè,  quella di corpo cadaverico). Ogni commento al riguardo appare, davvero, superfluo.

             A tal riguardo, va osservato che, nel libro su citato “Risorto o Scomparso ?” di Mikos Starsis, l’autore, pur condividendo l’ipotesi dell’ENEA, secondo la quale il corpo di Gesù si sarebbe annichilito (tramutandosi in energia) , afferma, senza ombra di dubbio, che il processo di annichilazione debba intendersi come processo irreversibile, nel senso che, una volta realizzata l’annichilazione della materia, non sia possibile un successivo percorso inverso, che, cioè, l’energia si possa “ricomporsi” nella materia che, precedentemente, avesse generato quell’energia, come, invece, supposto dal Prof. Baldacchini, nell’articolo su riferito del 2022.

             Concludendo, a parte la considerazione che l’ipotesi dell’avvenuta annichilazione del corpo di Gesù (in sostituzione della Sua Resurrezione) - ancorché ammissibile, in presenza, comunque, di particolarissime condizioni, “secondo le leggi della fisica oggi conosciute” -  è assolutamente priva di alcuna valida prova e, pertanto, debba essere considerata davvero “fantascientifica”, detta ipotesi, in quanto, in evidente contrasto con la Verità evangelica, cancella la Resurrezione di Gesù Cristo - che costituisce l’imprescindibile fondamento della fede cattolica - sostituendola con l’annichilazione del Suo corpo,  deve necessariamente essere ritenuta decisamente eretica e, quindi, inaccettabile da parte della Chiesa cattolica: da ciò ne consegue l’improponibilità di ogni studio e ricerca che partano da tale imprescindibile presupposto, come le ipotesi formulate dall’ENEA, oggetto di approfonditi esami e sperimentazioni, anche se, inconsapevolmente, sostenuti da illustri sindonologi di dichiarata fede cattolica.

 


97)L'evoluzione della pretesa annichilazione del corpo di Gesù, secondo l'ipotesi del Prof. G. Baldacchini


          Facendo seguito al mio articolo “Risorto o Scomparso”, pubblicato nella mia pagina Facebook  “Riflessioni su fede e morale cattoliche di Federico Pellettieri”, ho di recente posto al Prof. Giuseppe Baldacchini, tramite il sito “La lampadina”, la seguente domanda:

         “Se è vero che - nel processo di annichilimento del Corpo di Gesù che, sono sue parole, “permette alla materia di scomparire” e, quindi, rende non più visibile il Corpo di Gesù – “all’inizio c’è la Materia del Corpo di Gesù, mentre alla fine c’è una esplosione di Luce” che ha consentito la formazione dell’immagine sindonica, come è stata possibile l’impressione dell’immagine di un Corpo che, in quel momento, era “scomparso”?

          A tale domanda, il Prof. Baldacchini, tramite la “Redazione controluce” del suddetto sito, mi ha così risposto:

          “A me però sembra che il signor Federico Pellettieri abbia fatto un poco di confusione.

I miei studi possono esser divisi in due parti. Nella prima, lampo di luce, ho (anzi abbiamo) dimostrato che l'immagine sindonica può essere prodotta da un fascio di luce UV molto breve e potente, e questo è un risultato scientifico che può essere controllato anche in altri laboratori. La seconda, ipotesi AMA, è un tentativo di spiegare nel modo più razionale e scientifico possibile cosa possa essere accaduto in una tomba di Gerusalemme circa 2000 anni fa. Infatti non c'è stato solo un lampo di luce proveniente dal corpo avvolto nel lenzuolo funebre, Sindone, ma anche altro. Quindi FP, deve prendere la prima parte come un risultato scientifico, mentre la seconda parte è solo una proposta tutta da verificare, anche se si basa sulle attuali conoscenze scientifiche e arriva ad alcune conseguenze che sono state verificate. Lasciamo stare i miracoli fuori da questa discussione.

Cari saluti, Giuseppe”.

            Immediata è stata la mia replica:   

            “La risposta del Prof. Baldacchini mi lascia davvero perplesso.

Non riesco, infatti, a capire in quale “confusione” io sia caduto, dato che il prof. Baldacchini non ha assolutamente risposto alla mia semplicissima domanda: come, cioè, possa ritenersi possibile (in occasione del lampo scaturito dalla Resurrezione, avvenuto, sulla base delle sue testuali parole, come effetto e, comunque, alla fine del complicato ipotetico processo nucleare) l’impressione dell’ immagine di un corpo che, in quel momento, non era più visibile, in quanto totalmente  annichilito.

          Prendo inoltre atto che, finalmente, il prof. Baldacchini afferma che la sua ipotesi (AMA, consistente nell’annichilazione-smaterializzazione del corpo di Gesù) sia da considerarsi (sempre, quindi, nell’ambito di una mera ipotesi) “solo una proposta tutta da verificare”, nel “tentativo di spiegare nel modo più razionale e scientifico possibile cosa possa essere accaduto in una tomba di Gerusalemme circa 2000 anni fa”, ridimensionando, così , se non annullando del tutto, quanto precedentemente affermato nell’articolo dell’aprile 2022 dal roboante e clamoroso titolo: “E io, fisico vi dico: così il corpo di Gesù si è smaterializzato”.

         Per necessaria chiarezza, ritengo opportuno sintetizzare in che cosa consista, per il Prof. Baldacchini, la sua ipotesi di annichilimento del corpo di Gesù avvolto nella Sindone che ha prodotto il lampo di luce che ha consentito l’impressione dell’immagine di Gesù sulla Sindone.

         Il pensiero del Prof. Baldacchini emerge sostanzialmente dai suoi seguenti scritti che dovrebbero essere letti attentamente:

        marzo 2012: “Religioni, Cristianesimo e Sindone”, in www.sindone.info/BALDAK.PDF,

       marzo 2018: “La Sindone ed un lampo di luce”, in www.controluce.it/la-sindone-e-un-lampo-di-luce/,

       aprile 2022: “Ed io fisico vi dico come il corpo di Gesù si è smaterializzato”, in ne-e-io-fisico-vi-dico-cosi-il-corpo-di-gesu-si-e-smaterializzato/ , www.aldomariavalli.it/2022/04/13/nuove-ipotesi-scientifiche-sulla-sindo

       maggio 2022: “Il big bang della Risurrezione”, in www.controluce.it/il-big-bang-della-risurrezione/ .

        In brevissima sintesi, secondo il Prof. Baldacchini - “lasciando stare i miracoli fuori da questa discussine” e, quindi, credendo fermamente che qualsiasi evento, anche se apparentemente straordinario, possa e debba trovare la sua soluzione solo con esclusivo riferimento alle normali leggi fisiche oggi conosciute – l’immagine sindonica sarebbe stata prodotta dal forte lampo scaturito dalla reazione nucleare che sarebbe avvenuta nel sepolcro di Gesù per l’incontro della materia (corpo di Gesù) con antimateria che avrebbe provocato l’annichilazione del Suo corpo con l’esplosione di energia, tramutatasi “in luce, calore e suono”: nulla viene precisato su come detta antimateria ( che in natura non esiste ed attualmente può essere generata solo in laboratorio) si sarebbe trovata nel sepolcro di Gesù. In via generale, comunque, il Prof. Baldacchini si è esplicitamente riservato di chiarire ogni residuo dubbio “a tempo debito”. La suddetta energia, sempre secondo il prof. Baldacchini, si sarebbe poi ricomposta, fuori della Sindone ed in un altro luogo non meglio precisato per ritornare nella precedente situazione (quella, cioè, di corpo cadaverico?).

        In considerazione del fatto che la suddetta reazione avrebbe comportato un’esplosione di energia di apocalittiche dimensioni, tali da distruggere l’intera città di Gerusalemme, il Prof. Baldacchini, rettificando il suo pensiero, chiarisce che l’incontro della materia (sempre il corpo di Gesù) non è avvenuto con  antimateria, ma con antimateria “virtuale”, che è un tipo di antimateria, così chiamata, per l’estrema brevità della sua sopravvivenza, tanto da non essere fisicamente percepibile, producendo esplosioni di ridottissime dimensioni, rendendo, così, ancora più difficile comprendere la sua presenza nel sepolcro di Gesù. Evidentemente, non soddisfacendo dette pur ridottissime dimensioni dell’esplosione, il prof. Baldacchini, ulteriormente correggendosi, al fine di ridurre al massimo gli effetti di detta esplosione, fa ricorso ad un'altra ipotesi: l’annichilazione ipotizzata sarebbe  “consistita nella trasformazione di una piccolissima frazione della Materia del corpo di Gesù” (v. articolo dell’aprile 2022).

A prescindere dalle ulteriori considerazioni, è appena il caso di rilevare come l’ipotesi, nei termini come sopra descritti, costituisca un vero e proprio irriverente scempio di quello straordinario e sovrannaturale evento della Resurrezione di Gesù che, escludendo ogni annichilazione/distruzione del Suo corpo, costituisce un imprescindibile fondamento della nostra fede sulla realtà della Sua trasfigurazione in  un  Corpo Glorioso, resosi invisibile a tutti, fatta eccezione a quanti Lui stesso avesse voluto apparire e che attraversava i muri e le porte senza aprirle, e si faceva fisicamente toccare dai suoi discepoli con i quali aveva anche mangiato.

        Il prof. Baldacchini, comunque, evidentemente ritenendosi, come fisico, persona in grado di spiegare ogni cosa, ha continuato sempre ad insistere nell’affermare che la sua tesi dell’annichilazione è fondata sulle attuali conoscenze scientifiche, affermando, inoltre, con una frase che genera solo confusione, che “nella notte tra il sabato 8 e la domenica 9 aprile del 33 (o 30) d.C. in una tomba di Gerusalemme è avvenuto un fatto singolare che da allora è stato sempre ricordato nel variegato mondo del Cristianesimo con il nome di Resurrezione”. Sempre secondo il Prof. Baldacchini, le sue tesi arrivano anche “ad alcune conseguenze che sono state verificate” ed, a  quest’ultimo riguardo, fa riferimento a quanto lui stesso ha potuto verificare nell’esame degli effetti che il processo nucleare da lui ipotizzato avrebbe prodotto sul ringiovanimento del telo sindonico.

        Secondo la sua ipotesi, infatti, detto processo nucleare intervenuto sul corpo di Gesù, sulla base di una lunga serie di formule (per i più assolutamente incomprensibili) avrebbe comportato , sul telo sindonico che aderiva al corpo di Gesù, “un flusso isotropo di neutroni che ha ringiovanito il tessuto di circa 1300 anni, che, quindi, a una datazione con il Carbonio 14, fornisce una datazione medievale”.

        La verifica di tale calcolo e, quindi, della sua validità la fornisce, sempre secondo il prof. Baldacchini, la seguente constatazione.

        L’esame con il Carbonio 14 effettuato sul sudario che era nel sepolcro di Gesù ha dato, infatti, un risultato diverso rispetto a quello della Sindone, con un ringiovanimento di molto inferiore (700 anni circa): ciò sarebbe stato determinato dal fatto che detto sudario, “in accordo con il vangelo di Giovanni”, non era in aderenza con il corpo di Gesù ma era posto non per terra, in un luogo a parte, ad una distanza, calcolata sorprendentemente “con un semplice calcolo fisico e matematico” (sono sempre parole del Prof. Baldacchini) in 15 centimetri.

         Tutta la costruzione logica come sopra fornita dal prof. Baldacchini è, però, inaccettabile perché errata.

        Quanto raccontato nel vangelo di Giovanni (20, 6- 7) con riferimento a ciò che videro Pietro e lo stesso Giovanni (“giunse intanto anche Simon Pietro che lo seguiva ed entrò nel sepolcro e vide le bende per terra e il sudario, che gli era stato posto sul capo, non per terra con le bende, ma piegato in un luogo a parte”) è infatti frutto di un macroscopico errore di traduzione da parte di chi (San Girolamo) aveva, a suo tempo, provveduto alla traduzione dell’originario testo greco in latino.

         Infatti, valenti esperti grecisti, concordemente hanno riscontrato (v. il mio articolo, di oltre 10 anni fa, dal titolo “Cosa vide Giovanni nel Sepolcro vuoto”, al n. 69 del mio sito www.fedepell.it, nel quale questo argomento è diffusamente trattato, riprendendo ricerche effettuate da numerosi cultori della lingua greca antica) che quanto riferito sul sudario, indicato come :“piegato in luogo a parte” risulta frutto di un’autentica invenzione da parte del traduttore, il quale, forse non riuscendo a capire bene il senso della frase, aveva scelto la strada di un’interpretazione “a senso” che, in definitiva, ha falsato il contenuto delle parole usate che, invece, andavano lette diversamente, con una traduzione letterale. In particolare il termine “piegato” andava, quindi, correttamente tradotto con “ravvolto” su sé stesso, mentre l’indicazione: “in luogo a parte” andava invece tradotta: “lì dove era” prima. Il sudario, cioè, che era stato posto intorno al “capo” (e non sul viso, come quello utilizzato per la sepoltura di Lazzaro) a scopo di mentoniera per mantenere la bocca chiusa si veniva, quindi, a trovare, al momento dell’entrata nel sepolcro di Pietro e Giovanni, nell’identica posizione nella quale si trovava al momento della deposizione del corpo di Gesù, cioè dentro e non fuori della Sindone, in stretto contatto con il corpo di Gesù. La sindone, quindi, si doveva presentare agli occhi di Pietro e Giovanni con un rigonfiamento all’altezza del viso di Gesù che stava a dimostrare che il suo corpo non poteva essere stato trafugato, dato che, in tal caso, il sudario (che avvolgeva il capo di Gesù) sarebbe uscito fuori dalla sindone.

          La considerazione - secondo la quale, invece, il sudario si trovasse al di fuori della Sindone e, pertanto, non a contatto del corpo di Gesù – ipotesi, quest’ultima che, secondo il prof. Baldacchini avrebbe costituito una decisiva prova della fondatezza e validità dei suoi calcoli ed ipotesi, costituisce, allora, una volta accertato il macroscopico errore come sopra evidenziato, un vero e proprio cavallo di Troia, demolitore, pertanto, di una mastodontica impalcatura messa in atto per dimostrare l’indimostrabile che, cioè, l’immagine sindonica possa essere stata prodotta da un lampo di luce generata dall’annichilazione del corpo di Gesù.

          Devo, inoltre, precisare che in quest’ultimo mio articolo, avevo esplicitamente affermato di condividere alcune ipotesi formulate dal Prof. Baldacchini, non conoscendo, a quel tempo,  le ulteriori e più dettagliate puntualizzazioni emergenti dagli articoli successivamente pubblicati dal Prof. Baldacchini, con particolare riferimento a quelli  dell’aprile e del maggio 2022, quest’ultimo avente il titolo molto ambiguo di: “Il big bang della Risurrezione”.

          Per concludere, è sorprendente e, comunque, apre le porte ad un auspicabile suo ripensamento rispetto all’iniziale affermazione (“Lasciamo stare i miracoli fuori da questa discussione”), quanto ha scritto il prof. Giuseppe Baldacchini e che qui trascrivo, a conclusione di uno degli ultimi suoi articoli.

         “In ogni caso, qualunque potrà essere l’esito finale di questi studi, rimarrà sempre un aspetto inspiegabile del processo della Resurrezione. Infatti, l’ipotesi AMA è in grado di descrivere come si sia formata l’IC e come il corpo sia diventato trasparente alla Sindone, ma non come un corpo morto possa essere riportato in vita. E’ chiaro però che se Cristo era il figlio di Dio, come molte circostanze tendono a indicare, allora questa difficoltà umana trova la semplicissima spiegazione dell’intervento divino, cioè un miracolo. Infatti, cosa impedisce a Dio di fare in 10 miliardesimi di secondo, la RESURREZIONE, quello che aveva già fatto in 10 miliardi di anni, la VITA?”.


98)La Sacra Sindone: una "Immagine impossibile"-


        Con riferimento a tutte le problematiche connesse all’enigma della formazione dell’immagine impressa sulla sacra Sindone di Torino ed alle osservazioni formulate nei precedenti miei scritti, mi sembra che possa pervenirsi ad una definitiva conclusione, sinteticamente raggruppando tutte le argomentazioni, sin qui svolte, a sostegno dell’impossibilità che detta immagine sia da considerarsi come naturale effetto della Resurrezione del corpo di Gesù, avvenuta nel sepolcro ove era stato deposto.

        Essendo numerose le ipotesi, da più parti avanzate, al fine di indicare una soluzione più soddisfacente a risolvere tale enigma, sulla base di indagini svolte esclusivamente su base scientifica, ritengo di soffermarmi su quella che più di ogni altra, per l’indiscussa alta professionalità degli autori, per le più sofisticate apparecchiature oggi esistenti che hanno avute a loro disposizione e per l’impegno notevolmente profuso per tanti anni su tale ricerca, individuandola nel Centro ENEA di Frascati e nei suoi valentissimi fisici.

        L’ipotesi suggerita dal suddetto Centro che, come sopra detto, esclude ogni intervento sovrannaturale, prevede la possibilità che l’immagine presente sul sacro telo possa essere stata prodotta solo con l’ausilio di raggi ultravioletti prodotti a seguito dell’annichilimento del corpo di Gesù che sarebbe stato totalmente distrutto, nel sepolcro, nell’incontro con particelle di antimateria. Dato che tale processo nucleare avrebbe comportato una forte esplosione con conseguenze devastanti su tutta la città di Gerusalemme, venne precisato che tale incontro sarebbe avvenuto con particelle di antimateria “virtuale” che è un tipo di antimateria, così chiamata, per l’estrema brevità della sua sopravvivenza, tanto da non essere fisicamente percepibile, producendo esplosioni di ridottissime dimensioni; successivamente, il prof. Baldacchini (fisico dell’ENEA), ulteriormente correggendosi, al fine di ridurre al massimo gli effetti di detta esplosione, aveva fatto ricorso ad un'altra ipotesi secondo la quale l’annichilimento ipotizzato sarebbe  “consistito nella trasformazione di una piccolissima frazione della Materia del corpo di Gesù”. Detta ipotesi è stata, poi, sottoposta, sempre dai fisici dell’ENEA, alle necessarie verifiche sperimentali: dopo svariati tentativi alla ricerca di trovare i giusti parametri occorrenti per ottenere dei risultati soddisfacenti, l’esito finale può così sintetizzarsi.

        Utilizzando un laser, alla massima potenza, e convogliando, con una lente, i sui raggi ultravioletti su di un pezzetto di tessuto di lino (simile a quello della Sindone) delle dimensioni di un solo centimetro quadrato, si è ottenuta una colorazione (e non, quindi, una immagine) “simil sindonica”; per ottenere tale modestissimo risultato, come precisato dal Prof. Paolo Di Lazzaro (altro fisico dell’ENEA), la durata del lampo prodotto dal laser venne progressivamente ridotta fino ad arrivare a quella massima consentita, per evitare che la stoffa si bruciasse, di appena 50 miliardesimi si secondo. In tale occasione, il suddetto Prof. Di Lazzaro dichiarò che, per ottenere lo stesso risultato (veramente irrisorio, dato che si trattava solo di un effetto sulla colorazione del tessuto e non del trasferimento di una immagine) su di una superficie pari a quella della Sindone sarebbero stati necessari 14.000 laser, corrispondenti alla superficie di un prospetto di un immobile di circa 10 piani.

         Da quanto premesso, è lo stesso Prof. Di Lazzaro a trarne le inevitabili conclusioni, dichiarando esplicitamente con indiscutibile professionalità che, nonostante anni di ricerca, l’enigma della formazione dell’immagine sindonica rimaneva irrisolto, tanto da arrivare a qualificare detta immagine come “immagine impossibile”, trovandosi di fronte a qualcosa assolutamente incomprensibile da non poterla ritenere esistente, sul piano scientifico.

       

         Se i risultati conseguiti, dopo anni di lavoro da parte di professionisti altamente qualificati, sono quelli come sopra illustrati, partendo, inoltre da premesse difficilmente accettabili (come quella dell’annichilimento di una “piccolissima frazione della materia del corpo di Gesù”, fatto ritenuto, dai fisici dell’ENEA, indispensabile per la produzione di un raggio laser ultravioletto) e subordinati a particolarissime condizioni (tipo la durata del lampo non superiore a 50 miliardesimi di secondo, realizzabile solo in un attrezzatissimo laboratorio) è facile pervenire alla conclusione che non sussiste un ancor minimo elemento che possa avvalorare la tesi che la formazione dell’immagine sia avvenuta a seguito del lampo prodottosi in occasione della resurrezione di Gesù.

         A quanto sopra, devono, inoltre, aggiungersi, sempre al fine di dimostrare l’impossibilità che l’immagine si fosse naturalmente formata da un lampo ultravioletto, le seguenti argomentazioni su obbiettive situazioni di fatto relativamente alla particolare posizione di luogo e temporale della Sindone, al momento del suddetto lampo ultravioletto, mai da nessuno prese in considerazione: 1.il lampo è intervenuto a seguito della Resurrezione o annichilimento del corpo di Gesù, determinando la sua scomparsa: come, allora, è possibile la proiezione di un immagine di un corpo che non c’è più ?: lo stesso ragionamento vale anche per l’altra ipotesi, quella cioè che la suddetta immagine si riferisse, invece,  al corpo di Gesù nello stato cadaverico (cioè prima della Sua Resurrezione e relativo lampo di luce): anche in tale ipotesi, infatti, l’impressione di detta immagine sarebbe risultata impossibile per la totale assenza della necessaria luce. 2.il telo che avvolgeva il corpo di Gesù nel sepolcro era, necessariamente, già abbondantemente macchiato di sangue, con inevitabili sbavature, a seguito del suo trasporto dal Golgota al sepolcro, rendendo impossibile l’impressione di una qualsiasi immagine che sarebbe risultata indecifrabile; 3.l’immagine risulta formata, per quanto riguarda le macchie di sangue, per contatto, mentre per quanto riguarda il corpo, per proiezione: come è mai possibile che le due immagini possano esattamente sovrapporsi, in presenza di una inevitabile diversa loro distorsione?; 4.l’immagine per proiezione presuppone la mancanza di contatto tra il corpo ed il telo (cosa, del resto, esplicitamente ammessa da tutti), ciò comporta che il corpo fosse galleggiante tra le due parti del telo: a parte l’insostenibilità di tale tesi, tale posizione risulterebbe irrealizzabile dato che, essendo l’immagine presente in un unico telo (testa contro testa, con un distacco di soli due o tre centimetri tra le due teste) mancherebbe, tra le due opposte facce del telo, quel necessario distacco, almeno corrispondente allo spessore del corpo; 5.l’immagine del corpo, come ricostruita sfruttando la sua tridimensionalità, raffigura un soggetto che sta per alzarsi, ciò identifica il momento dello scatto in un tempo (sia pure brevissimo) successivo a quello della Resurrezione, quando, cioè, il corpo è ormai scomparso; 6.sempre con riferimento alla tridimensionalità dell’immagine sindonica, realizzata con la diversità dell’intensità del colore in proporzione della distanza tra il corpo ed il telo, è assolutamente inconcepibile come tale particolarità possa essere stata trasmessa, naturalmente, in sede di impressione dell’immagine, avendo anche presente che i due valenti tecnici che hanno effettuato la decodificazione di tale particolarità (veramente unica), al fine di produrre una statua in lattice riproducendo il corpo di Gesù, hanno impiegato quasi 10 anni di lavoro, ecc….ecc….

         Sulla base di quanto come sopra rappresentato sulle particolarità dell’immagine impressa sulla sindone, è evidente la sensazione di trovarci difronte a qualcosa di inspiegabile, tanto da domandarci se un simile oggetto possa realmente esistere. Ma l’immagine sindonica è lì di fronte agli occhi di tutti, realmente esistente con tutte le sue inspiegabili particolarità ed incongruenze, come precedentemente messe in luce. Non resta, allora, che una sola soluzione: quella del miracolo.

            D’altra parte, è lo stesso Prof. Baldacchini, di fronte alle numerose difficoltà di pervenire ad una soluzione accettabile sul piano scientifico, ad ammettere, alla conclusione delle sue indagini, che “è chiaro però che se Cristo era il figlio di Dio, come molte circostanze tendono a indicare, allora questa difficoltà umana trova la semplicissima spiegazione dell’intervento divino, cioè un miracolo”.

         Sarebbe stato, pertanto, Gesù stesso, al fine di lasciare un segno tangibile della sua Passione, Crocifissione, Morte e Resurrezione, ad imprimere mirabilmente sul lenzuolo sindonico (così come risulta sulla Sacra Sindone di Torino) la propria immagine, unitamente ad una lunga serie di ulteriori segni informativi su quanto era accaduto, molti dei quali non immediatamente percepibili e, forse, ancora da scoprire. D’altra parte, a chi gli chiedeva di “vedere un segno” di tutto quello che diceva, Gesù stesso rispose: “una generazione perversa ed adultera pretende un segno. Ma nessun segno sarà dato, se non il segno di Giona profeta” (Mt. 12, 38-39).

         Se, concludendo, l’immagine sindonica fosse realmente frutto di un intervento soprannaturale, come qui sostenuto, permanendo l’incertezza sulla sua datazione, non avrebbe alcun senso indagare sul quando e su quale telo tale evento miracoloso si fosse realizzato: se, cioè, su di un telo di 2000 anni fa che abbia avvolto il corpo di Gesù (ed, in questo caso, previo un altro miracolo, quello, cioè, di averla preventivamente resa candida in quanto già macchiata di sangue nel trasporto tra il Golgota ed il sepolcro), ovvero su di un telo del 1300, rimanendo inalterato, se non accresciuto, in entrami i casi,  il suo  immenso valore di straordinario  segno voluto e realizzato da nostro Signore Gesù Cristo.

            Resta da chiarire un ultimo aspetto: in presenza di tali obbiettive risultanze, difficilmente contestabili, appare difficile da capire come mai la Chiesa Cattolica si dimostri, di fatto, così poco incline ad accettare l’ipotesi del miracolo, lasciando le porte aperte a chi, senza alcun ben minimo fondamento, continua a sostenere che, ormai, è prossima la soluzione dell’enigma “Sindone”, avendo il mondo scientifico raggiunto, in merito, soddisfacenti risultati (invero, assolutamente inesistenti), creando, così, solo confusione ed infondate aspettative destinate a rimanere in piedi a tempo indeterminato.

            E’ evidente che, riconoscendo, eventualmente, la natura sovrannaturale dell’immagine sindonica, attribuendola alla volontà ed opera di Nostro Signore Gesù Cristo, la Chiesa accrescerebbe la differenza, se non la supremazia, nei confronti di tutte le altre religioni che non dispongono di un simile stupefacente “segno”, tutto ciò in contrasto con il, non celato, obbiettivo, che sempre più serpeggia nella Chiesa Cattolica, di realizzare una sempre più stretta relazione con tutte le altre religioni, cercando “ciò che ci unisce” e scartando “ciò che ci divide”.

           Se le cose stanno così, la mia appassionata battaglia,  una delle poche voci, se non addirittura l’unica, che invano cerca di far emergere la verità sulla natura miracolosa dell’immagine sindonica, è, purtroppo, destinata ad un inevitabile naufragio.


99)Sacra Sindone: l'eresia di un raggio ultravioletto


           Sull’enigma della formazione dell’immagine presente sulla Sacra Sindone ed a prescindere dal fatto di aver la presunzione di aver sufficientemente dimostrato nel mio blog,      https://lenigmadellasacrasindone.it , l’impossibilità che detta impressione possa essere avvenuta, al di fuori di qualsiasi intervento soprannaturale, secondo le  leggi fisiche oggi conosciute, mi sembra lecito formulare le seguenti considerazione dato che parecchi sindonologi, anche di fama internazionale, continuano a ritenere che l’immagine sindonica possa essere stata prodotta da un raggio ultravioletto, scaturito dal corpo di Gesù, al momento della sua Resurrezione.

          Il ricorso ad un raggio ultravioletto è giustificato dalla considerazione che solo un raggio di questo tipo possiede quelle particolari caratteristiche direzionali ( verticalmente verso l’alto, dalla parte anteriore del corpo di Gesù – resosi, tra l’altro, invisibile al momento della sua Resurrezione – e verso il basso, da quella posteriore) ritenute necessarie per poter avanzare, almeno in via di ipotesi, la possibilità di detta impressione di immagine; le suddette due proiezioni devono, comunque, ritenersi irrealizzabili, come già fatto presente in altra occasione, per la mancanza di quel necessario minimo distacco tra le due parti del telo sindonico: trattasi, infatti, di un unico telo dal quale emerge una distanza tra le immagini delle due teste contrapposte di soli pochi centimetri, assolutamente insufficiente, in quanto inferiore allo spessore del corpo di Gesù. Tale raggio, però, è producibile solo artificialmente, facendo ricorso a specifiche apparecchiature la cui presenza, nel sepolcro di Gesù, deve necessariamente escludersi.

         Il superamento della suddetta difficoltà venne proposto qualche anno addietro dal Prof. Giuseppe Baldacchini, noto e molto stimato fisico del centro ENEA di Frascati che, già da diversi anni, aveva cercato di risolvere, con massimo impegno, l’enigma della formazione dell’immagine sindonica.

        Il Prof. Baldacchini partendo, infatti, dalla considerazione che raggi ultravioletti vengono prodotti naturalmente anche in un solo caso, quello di un esplosione nucleare, determinata dall’incontro della materia con l’antimateria, proponeva la seguente sua ipotesi, precisando, comunque, che si trattava solo di un suo studio da sottoporre, comunque, a tutte le verifiche del caso.

        In un articolo dell’aprile 2022 dal titolo: “Ed io fisico vi dico come il corpo di Gesù si è smaterializzato”, il Prof. Baldacchini - “lasciando stare i miracoli fuori da questa discussine” e, quindi, credendo fermamente che qualsiasi evento, anche se apparentemente straordinario, possa e debba trovare la sua soluzione solo con esclusivo riferimento alle normali leggi fisiche oggi conosciute –spiegava come l’immagine sindonica sarebbe stata prodotta dal forte lampo scaturito dalla reazione nucleare che sarebbe avvenuta nel sepolcro di Gesù per l’incontro della materia (corpo di Gesù) con antimateria che avrebbe provocato l’annichilazione del Suo corpo con l’esplosione di energia, tramutatasi “in luce, calore e suono”: nulla veniva, comunque, precisato su come detta antimateria ( che in natura non esiste ed attualmente può essere generata solo in laboratorio) si sarebbe, casualmente, trovata nel sepolcro di Gesù.

        Va, al riguardo, rilevato come la previsione, nell’ipotesi formulata dal Prof. Baldacchini, dell’annichilazione del corpo di Gesù con la conseguente sua smaterializzazione e sparizione, in quanto trasformatosi  in energia, dalla quale sarebbe scaturito il lampo ultravioletto che avrebbe consentito l’impressione dell’immagine sindonica, costituisce una chiara ed inequivocabile negazione della Sua Resurrezione, in evidente contrasto con quanto, da sempre, insegnatoci dalla teologia dogmatica della chiesa cattolica.

        Va, comunque, aggiunto che, a seguito delle conseguenti sperimentazioni eseguite presso i laboratori dell’ENEA, il Prof. Baldacchini non ha potuto fare altro che prendere atto degli assai deludenti risultati ottenuti (ampiamente decritti nel su citato mio blog), tanto che il suo noto collega, Prof. Paolo Di Lazzaro, esplicitamente dichiarò che l’enigma della formazione dell’immagine sindonica rimaneva irrisolto, aggiungerei, in via definitiva.

         Purtroppo assistiamo, ancora oggi, alla caparbietà, da parte di alcuni sindonologi, nel ribadire il loro convincimento, ormai privo di qualsiasi valido supporto, nel ritenere l’immagine sindonica quale effetto di un raggio ultravioletto, con ciò assumendo, di fatto e per quanto sopra detto sull’esclusiva origine di detto raggio, un comportamento chiaramente eretico.

       

 

 

 100) Risposta ad alcune critiche al precedente articolo n. 99

  

 

          Con riferimento all’articolo indicato nel titolo, che ha fatto seguito a tutti quelli precedenti pubblicati fino al 30 agosto 2024, nel quale sostengo che è da ritenersi eretico chi sostiene che l’immagine impressa sulla Sacra Sindone abbia avuto origine da un raggio ultravioletto, mi è stato da alcuni fatto notare che il riferimento a tale raggio non necessariamente dovesse significare adesione all' ipotesi di annichilimento,sostenuta dal Prof. Baldacchini: poteva, benissimo, infatti, essere stato lo stesso Gesù, all’atto della Sua Resurrezione (così come insegnata dalla teologia dogmatica cattolica) ad aver prodotto quel noto “lampo di luce” con le particolari caratteristiche di un raggio ultravioletto, al di fuori dell’ incontro della materia con l’antimateria, previsto dalle naturali leggi fisiche.

          Con riferimento all’articolo indicato nel titolo, che ha fatto seguito a tutti quelli precedenti pubblicati fino al 30 agosto 2024, nel quale sostengo che è da ritenersi eretico chi sostiene che l’immagine impressa sulla Sacra Sindone abbia avuto origine da un raggio ultravioletto, dato che -  sulla base di quanto affermato da valenti fisici, come il Prof. Giuseppe Baldacchini, che esplicitamente hanno sempre negato l’ipotesi di qualsiasi intervento sovrannaturale - detto raggio, sulla base delle leggi fisiche oggi conosciute, era da ritenersi prodotto esclusivamente, nell’incontro tra materia ed antimateria, dall’annichilamento del corpo di Gesù, seguito dalla sua trasformazione in energia, mi è stato da alcuni fatto notare che il riferimento a tale raggio non necessariamente dovesse significare adesione alla suddetta ipotesi di annichilimento: poteva, benissimo, infatti, essere stato lo stesso Gesù, all’atto della Sua Resurrezione (così come insegnata dalla teologia dogmatica cattolica) ad aver prodotto quel noto “lampo di luce” con le particolari caratteristiche di un raggio ultravioletto, al di fuori dell’ incontro della materia con l’antimateria, previsto dalle naturali leggi fisiche.

          A tale osservazione è facile replicare come la stessa presupponga necessariamente - escludendo, appunto, la naturale produzione di un raggio ultravioletto a seguito del suddetto incontro tra materia ed antimateria - un intervento sovrannaturale nella formazione dell’immagine sindonica che è proprio ciò che non si vuole ammettere.

            Tale ipotesi risulta, però, davvero inaccettabile: non si capirebbe, infatti, come la divina onnipotenza di Gesù Cristo - al fine di lasciare un segno tangibile della Sua Passione, Crocifissione, Morte e Resurrezione, impresso sul telo sindonico – dovesse ritenersi limitata, nel perseguimento di tale diretto risultato, in quanto condizionata a predisporre preventivamente un idoneo mezzo (lampo luminoso con caratteristiche ultraviolette)  che, comunque, sperimentalmente, si è rivelato inadeguato, come ampiamente dimostrato. E’ evidente, quindi, come una simile ipotesi sia tanto irragionevole e priva di senso da rendere superfluo ogni ulteriore commento.

            Quanto sopra dimostra, ancora una volta, l’inadeguatezza di un vero e proprio delirio di onnipotenza che spinge quanti si trovino a cercare soluzioni a situazioni obbiettivamente irrisolvibili a convincersi che tutto possa e debba, prima o poi, trovare una spiegazione sulla base delle conoscenze scientifiche, per, poi, vedersi costretti (come accaduto anche al suddetto Prof. Baldacchini) ad ammettere la necessità del ricorso ad un intervento miracoloso.

          Mi sembra lecito, allora, pervenire alla seguente conclusione sull’enigma della formazione dell’immagine sindonica.

          Avendo, ormai, acquisito la certezza che non si tratta di un falso e che detta immagine non sia, comunque,  in alcun modo, riproducibile, il mondo scientifico, per circa un secolo, si è impegnato, con tutti i mezzi a sua disposizione, a trovare una soluzione al suddetto enigma soprattutto ipotizzando che l’immagine si fosse impressa sul sacro telo, come effetto naturale secondo le leggi della fisica, a seguito del lampo avvenuto al momento della Resurrezione  (ovvero annichilimento, nell’ipotesi  avanzata dal Prof. Baldacchini) di Gesù, senza pervenire ad alcun risultato, dichiarando esplicitamente che tale enigma rimaneva irrisolto. 

           Appare, infine, davvero incomprensibile come l'ipotesi che l'immagine sindonica possa essere stata l'effetto di un intervento sorannaturale non sia mai stata presa in considerazione, nemmeno dalla Chiesa cattolica, come se non fosse stato lo stesso Gesù ad annunciare che avrebbe, Lui stesso, lasciato un "segno" tangibile della Sua Passione, Crocifissione, Morte e Resurrezione (Lc. 11, 29).